Numero speciale di "Impact Factor News” n° 7 - Novembre 2024
-
Efficacia di pembrolizumab anche nel setting localmente avanzato dei tumori della cervice
Pembrolizumab è un anti-PD-1 già approvato nel setting metastatico dei tumori della cervice in associazione alla chemioterapia ± bevacizumab nelle pazienti con combined positive score (CPS) >1. Lo studio randomizzato, in doppio cieco, di fase 3 KEYNOTE-A18 ha arruolato 1060 pazienti con tumore della cervice localmente avanzato (FIGO 2014, IB2/IIB N+ o III/IVa N±) a ricevere chemioradioterapia (CTRT) ± pembrolizumab 200 mg q21 per 5 cicli, seguita, nel braccio sperimentale, da pembrolizumab 400 mg per 15 cicli. Endpoints primari: progression-free survival (PFS) e overall survival (OS).
-
TOPGEAR: cala il sipario sul ruolo della chemioradioterapia neoadiuvante nell’adenocarcinoma gastrico
Il ruolo della chemioradioterapia (CTRT) preoperatoria in questo setting e con questo istotipo è ancora oggetto di discussione, dato che i trials finora condotti non hanno portato evidenze solide (ad esempio, lo studio olandese CRITICS). Una risposta al quesito sul ruolo della CTRT preoperatoria arriva dal trial TOPGEAR, che ha arruolato pazienti con adenocarcinoma gastrico a ricevere chemioterapia perioperatoria (epirubicina, cisplatino, 5-fluorouracile -ECF- o 5-fluorouracile, acido folinico, oxaliplatino, docetaxel -FLOT-) in associazione o meno alla CTRT preoperatoria (45Gy + 5-fluorouracile). Endpoint primario: overall survival (OS).
-
Il ruolo di trastuzumab deruxtecan nel carcinoma della mammella continua ad espandersi
Lo studio randomizzato di fase 3 DESTINY-Breast06 ha valutato l’efficacia di trastuzumab deruxtecan (T-DXd) rispetto alla chemioterapia (CT) nel carcinoma della mammella HER-low e ultra-low che avevano esaurito le linee di terapia ormonale per la malattia avanzata. Con il termine ultra-low si intende la presenza di colorazione di membrana HER2- in immunoistochimica (IHC) nel 10% o meno delle cellule tumorali. Endpoint primario: progression-free survival (PFS).
-
Trial NIAGARA: efficacia di durvalumab perioperatorio nel carcinoma uroteliale localmente avanzato
I risultati positivi dei diversi studi condotti con immunoterapia in linee avanzate hanno portato a testare una combinazione di chemioimmunoterapia anche in linee più precoci, come dimostrato recentemente dallo studio di fase 3 randomizzato NIAGARA, che ha arruolato pazienti con tumori >T2, N0/N+, M0 a ricevere cisplatino (CDDP) + gemcitabina ± durvalumab per 4 cicli, seguiti da chirurgia radicale e successivo trattamento con durvalumab per ulteriori 8 cicli versus follow-up. Endpoints primari: pathologic complete response (pCR), event-free survival (EFS).
-
Osimertinib superstar nel mantenimento dopo chemioradioterapia nel carcinoma del polmone stadio III, non resecabile, EGFR-mutato
Dopo i risultati degli studi ADAURA (adiuvante) e FLAURA (metastatico) che hanno delineato il ruolo di osimertinib nella patologia polmonare EGFR-mutata, rimaneva da definire l’iter dei pazienti in stadio III non resecato. Lo studio LAURA di fase 3, randomizzato, in doppio-cieco ha arruolato 261 pazienti sottoposti a trattamento chemioradioterapico per adenocarcinoma polmonare EGFR-mutato, stadio III, non resecabile a ricevere osimertinib 80 mg/die versus placebo fino a progressione. Endpoint primario: progression-free survival (PFS).
-
NICHE-2: immunoterapia neoadiuvante nel carcinoma del colon localizzato con instabilità dei microsatelliti. Tanta efficacia da destabilizzare il paradigma corrente
Dopo l’introduzione dell’immunoterapia single-agent con pembrolizumab e della doppietta nivolumab-ipilimumab nel carcinoma del colon-retto (CRC) avanzato, oltre all’approvazione di dostarlimab nel carcinoma del retto localmente avanzato, nuove evidenze arrivano dal setting neoadiuvante nel CRC. Al congresso ESMO 2024 sono stati presentati i risultati dello studio di fase 2 NICHE-2, che ha arruolato pazienti con carcinoma del colon non metastatico con instabilità dei microsatelliti (MSI) a ricevere due cicli di nivolumab 3 mg/kg in associazione a ipilimumab 1 mg/kg nel primo ciclo e successiva chirurgia radicale. Endpoints primari: tempo alla chirurgia (i.e. <2 settimane di ritardo) e disease-free survival (DFS) a 3 anni.
-
Nivolumab e ipilimumab in combinazione: una rivoluzione nella sopravvivenza a lungo termine dei pazienti con melanoma avanzato
Da gennaio 2022, l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha approvato e rimborsato, sulla base dei risultati dello studio CheckMate 067, la combinazione di ipilimumab e nivolumab in prima linea per i pazienti con melanoma avanzato che presentano PD-L1 <1% o metastasi cerebrali asintomatiche. Il trial ha randomizzato 1:1:1 945 pazienti con melanoma metastatico o non resecabile a ricevere nivolumab o ipilimumab vs nivolumab + ipilimumab. Endpoints primari: progression-free survival (PFS) e overall survival (OS).
-
Belzutifan nel carcinoma renale metastatico: un nuovo TKI per vecchi pathways
L’abbondanza di prime linee (inibitori delle tirosin-chinasi -TKI- + inibitori del checkpoint immunitario -ICI- o ICI + ICI) nel carcinoma renale a cellule chiare (RCC) limita le scelte in linee più avanzate, dove spesso si scelgono farmaci poco efficaci e molto tossici. Lo studio di fase 3 open-label LITESPARK-005 rappresenta un’interessante novità nel panorama del RCC avanzato, andando a confrontare l’efficacia di everolimus con un altro TKI, belzutifan, in grado di agire sul pathway regolato dal gene VHL (uno dei promotori classici dello sviluppo del RCC). Lo studio ha randomizzato 374 pazienti con RCC in progressione a ICI e TKI: 43,3% in progressione ad almeno due linee precedenti, 42,8% ad almeno tre linee. Endpoints primari: progression-free survival (PFS) e overall survival (OS).
-
Atezolizumab in associazione alla chemioterapia: ulteriore conferma dell’aggiunta di immunoterapia nel carcinoma dell’endometrio metastatico
Diversi studi multicentrici randomizzati di fase 2/3 hanno esplorato la combinazione di chemioimmunoterapia nel carcinoma endometriale avanzato. Lo studio di fase 3 AtTEnd ha randomizzato 2:1 551 pazienti con carcinoma endometriale o carcinosarcoma metastatico a ricevere in prima linea carboplatino (CBDCA) con area sotto la curva di 5 (AUC 5) + paclitaxel 75 mg/m2 ± atezolizumab 1200 mg. La stratificazione è avvenuta in base allo stato microsatellitare. Endpoints primari: progression-free survival (PFS) e overall survival (OS).
-
Nuove opportunità di cura per il leiomiosarcoma in fase avanzata: risultati dallo studio LMS04
Il leiomiosarcoma rappresenta circa il 25% di tutti i tumori dei tessuti molli e, nella maggior parte dei casi, ha origine uterina. La prognosi in fase avanzata è particolarmente infausta e per oltre 40 anni la monoterapia con doxorubicina è stata il trattamento di prima linea. Il trial di fase 3 multicentrico LMS04 ha valutato questo standard con la combinazione trabectedina + doxorubicina (6 cicli totali), seguita dal mantenimento con sola trabectedina (16 cicli). In totale, sono stati arruolati 150 pazienti (67 con leiomiosarcoma uterino). Endpoint primario: progression-free survival (PFS). Endpoints secondari: PFS-2 e overall survival (OS).
-
Ivonescimab + chemioterapia: una possibile nuova opzione nel NSCLC EGFR-mutato a progressione dopo TKI
Gli anticorpi bispecifici (es., amivantamab) stanno entrando nell’algoritmo della malattia polmonare. Ivonescimab è un anticorpo monoclonale bispecifico con affinità di legame per PD-1 e VEGF. Il trial asiatico di fase 3 HARMONi-A ha randomizzato 1:1 322 pazienti con non-small cell lung cancer (NSCLC) avanzato e varianti di EGFR in progressione a inibitori delle tirosin-chinasi (TKI) a ricevere carboplatino (CBCDA) + pemetrexed ± ivonescimab per 4 cicli, seguiti da mantenimento con pemetrexed ± ivonescimab. Endpoint primario: progression-free survival (PFS).
-
Il trapianto di fegato nel carcinoma colorettale: forse sì, ma grossi problemi di tossicità e lista d’attesa
Novantaquattro pazienti altamente selezionati con carcinoma del colon-retto (CRC) BRAFWT e metastasi localizzate solo al fegato responsivo alla chemioterapia (>3 mesi, <3 linee) non candidabili a chirurgia radicale sono stati randomizzati 1:1 a ricevere trapianto di fegato + chemioterapia (CT) versus CT. Endpoint primario: overall survival (OS) a 5 anni.
-
Durvalumab consolida l’efficacia della chemioradioterapia anche per i pazienti con SCLC
Durvalumab è un anticorpo anti PD-L1 già approvato dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) nei pazienti affetti da non-small cell lung cancer (NSCLC) localmente avanzato sottoposti a chemioradioterapia come terapia di consolidamento per un anno. Lo studio di fase 3 ADRIATIC randomizzato 1:1:1, in doppio cieco, ha arruolato 730 pazienti con small cell lung cancer (SCLC) in stadio limitato (I o II inoperabile, III), non in progressione dopo trattamento chemioterapico a ricevere durvalumab ± tremelimumab vs placebo. Endpoints primari: progression-free survival (PFS) e overall survival (OS).
-
Efficacia e sicurezza di ponsegromab, il primo anticorpo monoclonale per il trattamento della cachessia
Il trattamento della cachessia neoplastica prevede glucocorticoidi e analoghi del progesterone. Il Growth Differentiation Factor 15 (GDF-15) ha un ruolo driver nello sviluppo di questa sindrome ed è un possibile target terapeutico. Ponsegromab è un anticorpo monoclonale umanizzato in grado di inibire GDF-15: la sua efficacia e la sua sicurezza sono state testate recentemente in uno studio di fase 2 randomizzato in doppio cieco, che ha arruolato pazienti con non-small cell lung cancer (NSCLC) (n=74), tumori del pancreas (n=59) e del colon (n=54) in fasi avanzate e con elevati livelli ematici di GDF-15 (>1500 pg/mL). Endpoint primario: peso corporeo dopo tre mesi di trattamento.