Numero speciale di "Impact Factor News” n° 5 - Novembre 2020
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Atezolizumab in associazione a vemurafenib + cobimetinib in prima linea nel melanoma metastatico BRAF-mutato V600E
La terapia target nel paziente BRAFV600E-mutato e l'immunoterapia hanno drasticamente modificato la prognosi dei pazienti affetti da melanoma metastatico. La combinazione di queste strategie è supportata da dati preclinici e traslazionali. Il trial di fase III IMspire150 ha randomizzato 514 pazienti con melanoma in stadio IIIC non resecabile o in stadio IV con mutazione di BRAFV600E a ricevere atezolizumab + vemurafenib + cobimetinib verso placebo + vemurafenib + cobimetinib. Endpoint primario: progression-free survival (PFS).
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Veliparib in associazione a carboplatino e taxolo è efficace nelle pazienti con carcinoma della mammella con mutazione BRCA
Veliparib è un potente inibitore di PARP1/2 che ha dimostrato efficacia e buona tollerabilità sia in monoterapia sia in associazione con chemioterapia in pazienti affetti da tumori con mutazioni in BRCA (e.g. mammella, ovaio). Il trial di fase III BROCADE3, ha screenato 2202 pazienti con carcinoma della mammella metastatico HER2-negativo con mutazione germinale di BRCA, che avessero ricevuto non più di due linee di chemioterapia per la malattia metastatica. 513 pazienti sono state randomizzate a ricevere veliparib verso placebo + carboplatino e paclitaxel, fino a progressione. Se la chemioterapia veniva interrotta non per progressione, le pazienti potevano proseguire con il mantenimento con veliparib o placebo. Endpoint primario: progression-free survival (PFS).
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Ripretinib è efficace nei pazienti con GIST metastatico pluritrattato
Ripretinib è un inibitore tirosin-chinasico (TKI) delle vie del segnale di KIT e PDGFRα. La maggior parte dei tumori stromali gastrointestinali (GIST) hanno mutazioni nei geni KIT e PDGFRα e, ad oggi, imatinib, sunitinib e regorafenib sono le linee terapeutiche approvate per questi pazienti. Nel trial di fase III INVICTUS, 129 pazienti affetti da GIST avanzato in progressione o intolleranti ai trattamenti disponibili (imatinib, sunitinib e regorafenib) sono stati randomizzati a ricevere ripretinib (150 mg per os) verso placebo. Endpoint primario: progression-free survival (PFS).
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Ivosidenib: una possibile opzione nel setting proibitivo del colangiocarcinoma intraepatico pluritrattato
Ivosidenib è un potente inibitore orale di IDH1, già approvato per il trattamento della leucemia mieloide acuta. La mutazione di IDH1 è presente nel 13% dei colangiocarcinomi intraepatici. Il trial di fase III ClarIDHy ha randomizzato 185 pazienti affetti da colangiocarcinoma avanzato (>90% intraepatico), IDH1-mutato, pretrattato con un massimo di due linee di chemioterapia, a ricevere ivosidenib (500 mg per os continuativamente) vs placebo. Endpoint primario: progression-free survival (PFS).
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Osimertinib: un cambio rivoluzionario nella terapia adiuvante del NSCLC EGFR-mutato
Osimertinib è un inibitore tirosin-chinasico (TKI) anti-EGFR ed è lo standard-of-care nel setting metastatico per i pazienti con non-small-cell lung cancer (NSCLC) EGFR-mutato. La chemioterapia adiuvante a base di platino è raccomandata negli stadi II-IIIA del NSCLC, con un vantaggio in overall survival (OS) del 5% a lungo termine. Il trial di fase III ADAURA, ha randomizzato 682 pazienti affetti da NSCLC EGFR-mutato (stadi IB-IIIA) operati radicalmente a ricevere osimertinib per tre anni verso placebo. Il 60% dei pazienti arruolati hanno ricevuto chemioterapia adiuvante, prima dell’avvio del trattamento con osimertinib. Endpoint primario: disease-free survival (DFS) in pazienti con stadi II-IIIA.
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Pembrolizumab in associazione alla chemioterapia impatta sull'OS in prima linea per i pazienti con SCLC
Pembrolizumab ha dimostrato efficacia in monoterapia nel small-cell lung cancer (SCLC). La chemioterapia di prima linea per i pazienti con SCLC è rappresentata da platino + etoposide da circa 30 anni. Il trial di fase III KEYNOTE-604, ha randomizzato 453 pazienti affetti da SCLC extensive-stage, non pretrattati, a ricevere pembrolizumab (200 mg ev q21) + CBDCA/cisplatino + etoposide verso placebo + CBDCA/cisplatino + etoposide per 4 cicli. Pembrolizumab poteva essere proseguito fino a 35 cicli. Endpoints primari: progression-free survival (PFS) e overall survival (OS).
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Trastuzumab deruxtecan è efficace nei pazienti con carcinoma gastrico avanzato HER2-positivo pretrattato
Trastuzumab deruxtecan è un anticorpo costituito da un anti-HER2 e un citotossico inibitore della topoisomerasi I, già approvato per il trattamento del carcinoma mammario HER2-positivo. Circa il 15% delle neoplasie gastriche presenta amplificazione di HER2. Oltre a trastuzumab, approvato in prima linea con lo studio TOGA, nessun'altra terapia target è risultata efficace in questa popolazione di pazienti. Il trial di fase II DESTINY-Gastric01, ha randomizzato 187 pazienti affetti da adenocarcinoma gastrico o della giunzione, HER2-positivi, pretrattati con almeno due precedenti terapie, incluso trastuzumab, a ricevere trastuzumab deruxtecan verso chemioterapia a scelta dello sperimentatore. Endpoint primario: objective response rate (ORR).
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Atezolizumab in associazione a bevacizumab: la futura prima linea nell’HCC
L’immunoterapia nell’epatocarcinoma (HCC) non aveva avuto ad oggi un impatto practice-changing con gli studi su nivolumab e pembrolizumab. Il trial IMbrave-150 ha randomizzato in prima linea 511 pazienti con HCC naïve da trattamento medico, resistenti a trattamenti locoregionali e funzionalità epatica Child A, a ricevere la combinazione di atezolizumab + bevacizumab verso sorafenib. Endpoints primari: overall survival (OS) e progression-free survival (PFS).
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Capmatinib ottiene una ORR del 68% nel NSCLC con mutazione exon 14 di MET
Alterazioni del pathway di MET sono presenti in diverse neoplasie in forma di over-espressioni, amplificazioni e mutazioni. Il 4% dei non-small-cell lung cancer (NSCLC) presenta skip mutation dell’esone 14 di MET e, l’1–6% MET amplificato. Nel trial di fase II GEOMETRY mono-1, 364 pazienti con NSCLC MET exon 14 mutati o amplificati, sia naïve sia pretrattati, sono stati sottoposti a terapia con capmatinib 800 mg/die. Endpoint primario: objective response rate (ORR).
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Il carbo-taxolo dimezza la tossicità rispetto a CDDP-fluorouracile senza compromettere l’efficacia nel carcinoma squamoso dell’ano in prima linea
La chemioradioterapia con fluorouracile e mitomicina porta a un tasso di guaribilità delle forme localmente avanzate superiore all’80% mentre il restante 20% dei pazienti presenta recidiva locale o disseminazione metastatica candidata a terapia con platino e fluoro in prima linea. Il trial di fase II INTERAACT ha randomizzato 91 pazienti con carcinoma squamoso dell’ano recidivato localmente o metastatico, naïve da trattamenti per malattia sistemica, a ricevere CBDCA AUC5 + taxolo (80 mg/m2 1,8,15 q28) verso CDDP (60 mg/m2 q21) + fluorouracile (1000 mg/m2 d 1-4 q21). Endpoint primario: objective response rate (ORR).
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Selpercatinib è attivo nel NSCLC con fusione di RET
Il proto-oncogene RET codifica per una proteina transmembrana coinvolta nello sviluppo embrionale. Le fusioni di RET sono riscontrate nell'1–2% dei non-small-cell lung cancer (NSCLC) e sono associate a un elevato rischio di metastasi cerebrali. Selpercatinib è un potente competitore della chinasi RET. Il trial di fase I-II LIBRETTO-001 (coorte polmone) ha arruolato 144 pazienti con NSCLC (105 pretrattati con platino e 39 naïve) portatori di fusione di RET e li ha sottoposti a terapia con selpercatinib 40 mg/die. Endpoint primario: objective response rate (ORR).
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Selpercatinib è attivo in prima e seconda linea nel carcinoma midollare della tiroide con mutazione di RET
Le mutazioni di RET sono presenti nel 70% dei tumori midollari della tiroide mentre le fusioni RET occorrono raramente in altri istotipi di neoplasie tiroidee. Nel trial di fase I-II LIBRETTO-001 (coorte tiroide), 55 pazienti pretrattati (vandetanib-cabozantinib) e 88 pazienti naïve con carcinoma midollare della tiroide RET-mutato o con fusione RET sono stati trattati con selpercatinib 320 mg/die. Endpoint primario: objective response rate (ORR).
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Tepotenib è attivo nel NSCLC con mutazione exon 14 di MET
Il proto-oncogene MET codifica per una proteina chinasica legante HGF e coinvolta nel downstream del segnale della via RAS/BRAF/PI3K. Le disregolazioni di MET intervengono a causa di mutazioni puntiformi, inserzioni o delezioni in circa il 4% dei non-small-cell lung cancer (NSCLC). Nel trial di fase II single arm VISION, 152 pazienti con NSCLC portatori di mutazione MET exon 14 (valutata su tessuto o liquid biopsy in next generation sequencing-NGS) sono stati trattati con tepotenib 500 mg/die. Endpoint primario: objective response rate (ORR).
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Avelumab di mantenimento dopo la prima linea incrementa la sopravvivenza nei pazienti con carcinoma uroteliale metastatico
Il trattamento platinum-based in prima linea nel carcinoma uroteliale consente di ottenere risposte in circa il 50% dei pazienti ma l’overall survival (OS) è ancorata da molti anni a 12–14 mesi. Il trial di fase III JAVELIN Bladder 100 ha randomizzato 700 pazienti con carcinoma uroteliale metastatico o localmente avanzato, non in progressione dopo la prima linea (4–6 cicli platinum-based), a ricevere come mantenimento avelumab (10 mg/kg q14) verso placebo. Endpoint primario: overall survival (OS).