L’efficacia di olaparib di mantenimento nelle pazienti con carcinoma ovarico BRCA mutato è stato dimostrato nei trials SOLO-1 (prima linea) e SOLO-2 (seconda linea). Lo studio PAOLA-1 ha arruolato 806 pazienti stadio FIGO III-IV, indipendentemente dallo stato di BRCA, in risposta completa o parziale a chemioterapia di prima linea con CBDCA + taxolo + bevacizumab e le ha randomizzate nel mantenimento a ricevere olaparib (300 mg bid) verso placebo per 24 mesi. In entrambi i bracci era somministrato bevacizumab di mantenimento per una durata complessiva di 15 mesi. Endpoint primario: progression-free survival (PFS).
Questo trial ha dimostrato che l’aggiunta di olaparib a bevacizumab nel mantenimento è in grado di incrementare in modo rilevante e “practice changing” la PFS nella popolazione globale (+ 5,5 mesi) ma soprattutto nelle pazienti con deficit di ricombinazione omologa (HRD) (+ 11,5 mesi) e BRCA mutate (+ 15,5 mesi).