Rucaparib: un’ulteriore opzione nel mantenimento di prima linea nel tumore ovarico
L’efficacia degli inibitori della poli-ADP ribosio polimerasi (PARPi) come terapia di mantenimento nelle pazienti con carcinoma ovarico è stata dimostrata nei trial SOLO1 (olaparib), PAOLA-1 (olaparib + bevacizumab) e PRIMA (niraparib) e pertanto questi farmaci rappresentano uno nuovo standard dopo il completamento della chemioterapia di prima linea. Lo studio di fase III ATHENA ha randomizzato a ricevere rucaparib verso placebo 427 pazienti con carcinoma ovarico in stadio avanzato, sottoposte a intervento citoriduttivo, dopo il completamento della chemioterapia di prima linea. Le pazienti venivano arruolate indipendentemente dallo stato di homologous recombination deficit (HRD). Endpoint primario: progression-free survival (PFS).
Il beneficio di rucaparib si è riscontrato in tutti i sottogruppi, indipendentemente dallo stato di HRD e BRCA. Gli effetti collaterali di grado 3–4 più frequenti sono stati: incremento di aspartato aminotransferasi (AST)/alanina aminotransferasi (ALT), nausea e fatigue a fronte di una bassa incidenza di leucopenia (G1 46%; G2 28%; G3 9%). Il peculiare profilo di tossicità associato a rucaparib potrebbe rappresentare un possibile criterio di scelta. In particolare, la bassa incidenza di leucopenia potrebbe far prediligere questo trattamento nelle pazienti che hanno riportato maggior tossicità midollare nel corso della chemioterapia.