I carcinomi uroteliali della pelvi renale e dell’uretere a parità di stadio hanno peggior prognosi rispetto ai carcinomi vescicali. Il trial inglese POUT ha randomizzato 261 pazienti operati per carcinoma uroteliale dell’alta via escretrice in stadio pT2-T4 pN0-N3 a ricevere chemioterapia adiuvante (cisplatino 70 mg/m2 q21 o CBDCA AUC 5 q21 + gemcitabina 1000 mg/m2 1,8 q21) per 4 cicli, verso osservazione. Endpoint primario: disease-free survival (DFS).
La chemioterapia adiuvante, iniziata entro 90 giorni dall’intervento, ha apportato un vantaggio assoluto in DFS del 25% a 3 anni di follow-up. Le principali tossicità di grado 3-4 riscontrate nel braccio di adiuvante non si discostano da quelle tipiche di questo regime chemioterapico: 36% di neutropenia (6% febbrile), 10% piastrinopenia, nausea e vomito 6%.