Nonostante i recenti avanzamenti nel setting adiuvante (osimertinib nei pazienti mutati per il gene EGFR; atezolizumab dopo chirurgia nei pazienti strong positive PD-L1; durvalumab dopo chemio-radioterapia), la chemioterapia standard neoadiuvante o adiuvante conferisce un beneficio modesto rispetto alla sola chirurgia. In questo trial di fase III CheckMate 816, sono stati randomizzati 358 pazienti con non small cell lung cancer (NSCLC) in stadio IB-IIIA a ricevere come terapia neoadiuvante nivolumab (360 mg) + chemioterapia a base di platino per tre cicli verso la sola chemioterapia. Endpoints primari: event-free survival (EFS) e tasso di risposte patologiche complete.
I risultati segnano un nuovo standard terapeutico per questo gruppo di pazienti. Il dato è stato confermato anche in tutti sottogruppi, con un beneficio maggiore per malattia in stadio IIIA rispetto a quelli con malattia in stadio IB o II, nei pazienti con un livello di espressione di PD-L1 del tumore pari o superiore all'1% e nei pazienti con tipo istologico non squamoso rispetto a quelli con tipo squamoso. A due anni, la quota di pazienti vivi senza eventi era di 63,8% nel braccio con nivolumab e di 45,3% nel braccio standard.