Nivolumab in associazione a chemioterapia o a ipilimumab incrementa la sopravvivenza nel carcinoma squamoso dell’esofago in prima linea
Nivolumab ha già dimostrato efficacia superiore alla chemioterapia nel carcinoma squamoso dell’esofago pretrattato nello studio ATTRACTION-3. Il trial CheckMate 648 ha arruolato 970 pazienti con carcinoma squamoso dell’esofago metastatico (o con recidiva locoregionale) e li ha randomizzati a ricevere in prima linea chemioterapia verso chemioterapia + nivolumab + ipilimumab. Endpoint co-primari: median overall survival (mOS) e progression-free survival (mPFS).
Nivolumab in combinazione a chemioterapia o a ipilimumab ha dimostrato un vantaggio in mOS sia nel gruppo di pazienti intention to treat (ITT) sia nel gruppo di pazienti con PD-L1 >1%, con un incremento mediano variabile da due a quattro mesi. Anche l’incremento assoluto di pazienti vivi a un anno è in favore dei regimi contenenti nivolumab (dal 10 al 20% di gain assoluto).