Nivolumab e ipilumumab attivano la risposta immunitaria agendo con meccanismi differenti ma potenzialmente complementari e sinergici: il primo blocca il check-point inibitorio PD-1 (programmed death-1) e il secondo inibisce il CTLA-4 sulla superficie linfocitaria.
Il trial CheckMate-067 ha randomizzato in 3 bracci, con rapporto 1:1:1, 945 pazienti con melanoma metastatico o non resecabile a ricevere nivolumab verso ipilimumab verso nivolumab + ipilimumab. Endpoints primari: OS e PFS.
L’utilizzo di ipilimumab in monoterapia è nettamente meno efficace rispetto a nivolumab ma soprattutto rispetto all’associazione di nivolumab e ipilimumab. Il profilo di tossicità è superiore nella terapia di combinazione con il 55% di eventi avversi di grado 3-4 (diarrea, rash, fatigue, incremento transaminasi) rispetto a 27,3% con ipilimumab (diarrea, rash e colite) e 16% con nivolumab (diarrea e fatigue).